Per tutta la bellezza che anima il mondo

Per tutta la bellezza che anima il mondo

Mille mondi al lavoro
Marisol Mologni

Marisol Mologni

22 aprile 2024

Per tutta la Bellezza che anima il mondo

Di/Marisol Mologni

Progetto RIeduchiamoci è un progetto formativo sull’ambiente penitenziario che il 28 aprile 2024 presenterà, presso il monastero di Astino, la sfilata “Tessuti di libertà” realizzata da varie realtà territoriali con l’obiettivo di proporre un nuovo concetto di bellezza: libera e fragile.

Mi sono sempre chiesta perché alcune emozioni nascano dalle cose più inaspettate. Perché i tramonti mi commuovono? Perché quei treni che ogni giorno partono senza aspettarmi alla fine mi danno un senso di tranquillità? Perché alcuni quadri che il mondo ha sempre venerato, mi danno noia? E perché invece quelli che la mia compagna delle superiori scarabocchiava sul banco mi facevano sentire amata? Cosa hanno le persone che mi stanno attorno di bello? Io sono bella? Cosa mi rende bella agli occhi degli altri? C’è un legame tra bellezza e felicità? Perché ieri è stata una giornata bella? E perché non può esserlo anche oggi?

Le domande che animano il mondo costringono i suoi abitanti a cercare instancabilmente risposte da ogni parte. Un bosco immenso, pieno di alberi, fiori, sassi. Noi, i costruttori della nostra via. A volte le nostre vie si incrociano con quelle di altri del passato, che su quegli alberi hanno lasciato il loro segno, come un “io sono stato qui” inciso sul tronco di una quercia. Altre volte invece, corriamo verso l’ignoto, inciampiamo, ci guardiamo attorno, e cerchiamo la luce. Ma quando ci fermiamo a sostare sulla via, scorgiamo in lontananza un tramonto; quei colori vividi, quel rosso fuoco che per Aristotele tendeva sempre al cielo, casa immutabile e perpetua; quel giallo lucente, ma mai abbagliante; quel rosa incomprensibile, dato dalla combinazione di colori nuovi; e infine, tutte quelle sfumature che ad un tratto ci sembra di non aver mai visto. E allora sostiamo, perché nella sosta troviamo il senso. Il senso di tutto. Nella mia sosta davanti a quel tramonto, ho trovato il senso in un sospiro affannoso prima del sussurro di un “che bello”. Non sapevo cosa volesse dire “bello”, e forse ancora oggi non lo so, ma da quel momento ho invitato nella mia sosta delle persone che potessero aiutarmi a cercare il bello.

Per qualche mese abbiamo conosciuto realtà, poi diventate amiche, per porre loro le stesse domande che ci avevano costretto alla sosta. Abbiamo riscoperto la bellezza del sentirsi amate, volute, desiderate; la bellezza del perdono, sempre così difficile e faticoso. La bellezza di tornare a casa da qualcuno che ci aspetta. La bellezza di aiutare l’altro con tutte le nostre fragilità. La bellezza della semplicità, che spesso ci sembra così complicata. La bellezza della confusione, quella del disordine in cui c’è sempre spazio per tutto. La bellezza della cura in tutte le sue forme. La bellezza delle nostre mamme che cucinano piatti prelibati. La bellezza delle persone che ci vogliono bene. La bellezza delle parole che usiamo: le loro etimologie, i loro significati più profondi. La bellezza della quotidianità, che a volte ci sembra noiosa e a volte troppo frenetica. La bellezza degli sguardi, che fortificano sorrisi e legami. La bellezza dell’amore, quello libero, quello che non fa male, quello che protegge il cuore, quello che dà vita.

Nel fare mente locale di tutto il bello che in questi ultimi mesi abbiamo conosciuto, vorrei che qui di fronte a me ci fosse il caro Dostoevskij, quell’odi et amo passato, per dirgli che alla fine aveva ragione, è proprio la bellezza che salverà il mondo. Vorrei prenderlo per mano e accompagnarlo in tutti i luoghi che ci hanno dimostrato quanto le nostre vite siano importanti, quanto la bellezza sia importante. Vorrei che conoscesse gli studenti delle superiori, i gruppi ricreativi, la casa rifugio, i centri di formazione autonomia per le disabilità, gli oratori, le comunità per donne in alternativa alla detenzione, quelle per minori non accompagnati e quelle per persone con disabilità, i gruppi giovanili e le realtà territoriali, i centri per tutte le età e le associazioni. Vorrei che conoscesse tutte queste persone, vorrei che le guardasse mentre sfogliano riviste di ogni genere e strappano con l’ardore che questa vita richiede, tutto ciò che per loro è bello. Vorrei che guardasse le persone suonare i citofoni per consegnare scatole infinite di stoffe da donare. Vorrei che assistesse alla scelta dei materiali più adatti e dei colori più vividi per realizzare le proprie creazioni. Vorrei che si presentasse a tutte le persone che hanno tagliato e cucito degli abiti e a tutte quelle che hanno deciso di indossarli. Poi vorrei bere un caffè con lui, perché lo faccio sempre, perché è bello bere il caffè, e, prima di dirgli grazie, lo inviterei il 28 aprile al Monastero di Astino, alle 16.00; non gli darei troppe spiegazioni, accennerei forse al fatto che è una sfilata di moda, ma non mi spingerei troppo oltre. Gli direi però, che è la sfilata del mondo e della bellezza che ogni giorno lo salva. Non so se lo convincerei, ma sicuramente sarebbe bello.

Per le belle persone che hanno creduto in questo progetto, “Tessuti di libertà”, per tutta la Bellezza che anima il mondo.


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