Nel cuore dei Balcani: tra fede, storia e realtà

Nel cuore dei Balcani: tra fede, storia e realtà

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Redazione Babel

Redazione Babel

27 marzo 2025

/ di Julio Brignoli e Matteo Locatelli

Partire alla scoperta dei Balcani significa immergersi in una terra di contrasti, dove passato e presente si intrecciano in un equilibrio delicato tra tradizione e modernità. Questa regione, spesso percepita come periferica rispetto al cuore dell’Europa, è in realtà uno dei luoghi più ricchi di storia, cultura e spiritualità.

Nel nostro viaggio abbiamo esplorato l’Albania, un paese che porta i segni di una storia complessa e tormentata, ma che al tempo stesso si sta proiettando con grande energia verso il futuro. L’Albania è un crocevia di popoli e religioni, dove le influenze ottomane, bizantine, cattoliche e comuniste si mescolano, creando un’identità unica e sfaccettata.

Il nostro itinerario ha toccato diverse tappe significative. La prima fermata è stata Velipojë, una piccola località costiera situata nel nord dell’Albania, non lontano dal confine con il Montenegro. Qui, tra spiagge dorate e una natura ancora incontaminata, si cela un’anima profonda, fatta di fede, storia e tradizioni tramandate di generazione in generazione.

Uno dei luoghi simbolo di Velipojë è la Kisha Velipojë, una chiesa dedicata a San Nicola che rappresenta il cuore spirituale della comunità locale. Questo piccolo edificio sacro è molto più di un luogo di culto: è la testimonianza di come la religione sia sempre stata cruciale nella vita degli albanesi, anche nei momenti più bui della loro storia.

Fede

La fede nei Balcani non è solo un elemento culturale, ma un vero e proprio pilastro dell’identità collettiva. In questa regione, infatti, la religione ha spesso rappresentato un punto di riferimento per le comunità, specialmente in periodi di crisi politica e sociale.

L’Albania è un caso unico nel panorama balcanico: per secoli è stata un mosaico religioso dove convivevano pacificamente musulmani, cattolici e ortodossi. Durante l’occupazione ottomana, una parte della popolazione si convertì all’Islam per ottenere privilegi e protezione, mentre un’altra rimase fedele alla tradizione cristiana. Questa duplice anima religiosa è ancora oggi visibile nella distribuzione delle confessioni: il nord è prevalentemente cattolico, mentre il sud è più influenzato dalla Chiesa ortodossa.

La coesistenza tra religioni diverse è un aspetto che colpisce particolarmente chi visita l’Albania. Chiese e moschee si trovano spesso a pochi metri di distanza, e non è raro che persone di fedi differenti partecipino insieme alle festività religiose altrui, in un raro esempio di tolleranza e rispetto reciproco.

Un esempio di come la fede possa superare i confini geografici è la località di Medjugorje, in Bosnia Erzegovina. Questo piccolo villaggio è diventato a partire dagli anni ‘80 uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio per i cattolici di tutto il mondo. Anche molti albanesi vi si recano ogni anno, attratti non solo dalla spiritualità del luogo, ma anche dal messaggio di riconciliazione che Medjugorje rappresenta, in una regione segnata da divisioni etniche e religiose.

In Albania, la fede ha dovuto affrontare sfide enormi, in particolare durante la dittatura comunista di Enver Hoxha, che proclamò il paese il primo stato ateo del mondo nel 1967. Chiese e moschee furono distrutte o trasformate in magazzini e uffici governativi, i sacerdoti e gli imam furono perseguitati e l’espressione pubblica della religione divenne un crimine. Ma, nonostante la repressione, la fede sopravvisse nel cuore della gente, tramandata in segreto nelle famiglie. Oggi, con la rinascita religiosa post-comunista, l’Albania sta riscoprendo la propria identità spirituale, pur rimanendo un paese laico e aperto al pluralismo religioso.

Storia

Per comprendere veramente l’Albania, è fondamentale conoscerne la storia, segnata da dominazioni straniere e da un lungo isolamento politico. Il primo grande eroe albanese è Giorgio Castriota Scanderbeg, che nel XV secolo guidò la resistenza contro l’Impero Ottomano, diventando un simbolo dell’indipendenza nazionale. Nonostante la sua morte, l’Albania rimase sotto il dominio ottomano per oltre 400 anni, subendo una profonda trasformazione culturale e religiosa.

Dopo la caduta dell’Impero Ottomano, l’Albania dichiarò l’indipendenza nel 1912, ma il XX secolo fu tutt’altro che facile per il paese. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Albania fu occupata prima dagli italiani e poi dai tedeschi, fino a quando il comunismo prese il potere nel 1946 con Enver Hoxha, il dittatore che avrebbe governato il paese per oltre 40 anni.

Hoxha instaurò uno dei regimi più repressivi d’Europa, isolando completamente l’Albania dal resto del mondo. Il suo governo costruì migliaia di bunker per proteggere il paese da un’invasione mai avvenuta e perseguitò ogni forma di opposizione. Solo dopo la sua morte, nel 1985, e la caduta del comunismo nel 1991, l’Albania iniziò il difficile percorso verso la democrazia e l’apertura economica.

Durante il nostro viaggio, abbiamo visitato il Museo della Storia Albanese, un luogo che racconta questo passato travagliato attraverso documenti, reperti e testimonianze.

Realtà

L’Albania di oggi è un paese in rapido cambiamento. Dopo decenni di isolamento, sta cercando di recuperare il tempo perduto, puntando su turismo, investimenti esteri e modernizzazione delle infrastrutture.

Velipojë è un esempio di questa trasformazione: una località che, da semplice villaggio di pescatori, sta diventando una meta turistica grazie alle sue spiagge e alla sua natura incontaminata.

Ma accanto a questi segni di progresso, permangono le difficoltà economiche e la disoccupazione, che spingono molti giovani albanesi a cercare opportunità all’estero.

Abbiamo avuto modo di parlare con alcuni abitanti del posto, che ci hanno raccontato di un Paese che cambia, ma che non vuole perdere la propria anima. Il forte senso di comunità, la tradizione dell’ospitalità e il legame con la propria terra sono valori che gli albanesi custodiscono gelosamente, nonostante le sfide della globalizzazione.

Conclusione

Il nostro viaggio nei Balcani ci ha permesso di scoprire una realtà complessa e affascinante, lontana dagli stereotipi con cui spesso viene rappresentata. L’Albania, in particolare, ci ha sorpreso per la sua capacità di unire passato e futuro, spiritualità e modernità, speranza e memoria storica.

Chi visita l’Albania non si trova di fronte solo a paesaggi mozzafiato e a città ricche di storia, ma entra in contatto con un popolo che ha sofferto e lottato, e che oggi guarda avanti con determinazione.

Se c’è una lezione che portiamo a casa da questo viaggio, è che i Balcani non sono solo una regione di conflitti e divisioni, ma anche di resistenza, cultura e straordinaria umanità.


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