Non Darci la (tua) voce. Ascoltaci!   Il progetto della Fondazione Serughetti La Por

Non Darci la (tua) voce. Ascoltaci! Il progetto della Fondazione Serughetti La Por

Mille mondi al lavoro
Redazione Babel

Redazione Babel

13 luglio 2023

Non Darci la (tua) voce. Ascoltaci! Il progetto della Fondazione Serughetti La Porta

Come redazione abbiamo pensato di segnalarvi quest’interessante progetto avviato nel 2022 e conclusosi quest’anno della Fondazione Serughetti La Porta. Sono state coinvolte delle classi delle scuole secondarie superiori ad alta densità di studenti e studentesse con background migratorio e sul sito della Fondazioni sono disponibili i materiali (scritti, video e audio) prodotti.

“Siamo partiti da un dato che ci colpisce ogni volta che lo rileggiamo: complessivamente la popolazione di Bergamo vede la presenza di quasi il 20% della popolazione di origine straniera ma nella fascia di età 0/18 il 40 % dei cittadini e delle cittadine hanno un background migratorio.

È un dato enorme eppure poco visibile.

La democrazia di un paese si può considerare in buona salute se tutte le componenti della popolazione hanno uguali diritti. Abbiamo usato il termine cittadini e cittadine ma così non è, l'assenza di una legge sullo ius soli viola i diritti di larga parte di quel 40% di bergamaschi e bergamasche che non hanno accesso agli stessi diritti dei loro coetanei e delle loro coetanee.

Ma lo stato di salute di una democrazia si misura, oltre che con la legislazione, con altri indicatori. Uno di questi è la visibilità, l'ascolto, l'attenzione che i diversi gruppi sociali ricevono. In Italia ci sono molte categorie di invisibili, non solo i migranti, ma i giovani e le giovani, i poveri e le povere… e via dicendo; in una classifica di invisibilità che aumenta quanto più intersechiamo le categorie: giovane, donna, con background migratorio, con basso titolo di studio, basso reddito…

Chi è invisibile vive sottotraccia, spesso non ha nemmeno la possibilità di comprendere quali siano i suoi diritti.

Le generazioni di italiani e italiane con background migratorio vivono in una ambivalenza costante: visibili come "problema", invisibili come persone.

La Fondazione Serughetti La Porta si è occupata a lungo di migrazioni studiandole, cercando di capire i meccanismi di pull e di push, le modalità di insediamento, le dinamiche dei viaggi, le aberrazioni delle leggi… ma, a un certo punto, ci siamo resi conto che stavamo perdendo di vista un pezzo del quadro che stavamo descrivendo.

Il nostro punto di osservazione del mondo (uomini e donne bianchi, italiani da generazioni, bergamaschi di nascita, con una certa età, buon livello culturale, garantiti, medio borghesi) è tutto il contrario del posizionamento degli e delle “invisibile” e ci propone un quadro falsato. Camminiamo nella nostra città sfiorando un mondo che cambia senza riuscire a vederlo, senza intrecciarlo, senza incontrarlo.

Questo progetto è nato da una consapevolezza politica ma anche da motivazioni più personali che potremmo definire di curiosità, di attenzione, di necessità di provare a cambiare il punto di vista da osservatori a persone che si mettono in ascolto.

Senza rete, senza precondizioni e con tutte le difficoltà che questo comporta e che il progetto ha mostrato.

Ma convinti, per chiudere il cerchio, che solo una città fatta delle millevoci delle persone che la vivono, fatta dei mille volti delle persone che la attraversano, è una città che gode di buona salute.

Un piccolo sforzo il nostro ma, oggi, i risultati di questo lavoro ci dicono quanto ancora manca per raggiungere anche solo lontanamente l’obiettivo.

Con il progetto Non darci la (tua) voce. Ascoltaci! la Fondazione Serughetti La Porta si è posta l’obiettivo di rendere visibile la “normalità” - anche se complessa - della presenza di ragazzi e ragazze figli di migranti (nelle fasce di età giovanili si supera anche il 40% di incidenza) che troppo spesso sono percepite/i come “altro da noi bergamaschi”. Un “altro” poco o nulla conosciuto e quindi difficilmente accettato (o esplicitamente rifiutato) nella sua ricchezza e diversità, nella fatica della costruzione della sua identità e progetto di vita. Per altro con tratti comuni a quelli di tante adolescenze di coetanei/e.

Un “altro” che a sua volta si sente invece pienamente italiano/a, ma spesso costretto/a a spiegare la sua “diversità” somatica (da dove vieni, dove sei nato/a, da quanto sei in Italia... per arrivare ai... “torna a casa tua!”).

Abbiamo coinvolto due istituti di scuola secondaria superiore ad alta densità di studenti e studentesse con background migratorio e abbiamo proposto loro di partecipare a questa sfida: dare voce alla “normalità”, a quella normalità che in queste scuole si vive da anni e che in città è ancora percepita come un’eccezione, trovare spazi per prendere voce e inventare luoghi in cui queste voci possano essere ascoltate.”

A questo link potete consultare tutti i materiali che sono stati prodotti dagli studenti: si tratta di una raccolta di scritti dei ragazzi e di un video-documentario che racconta la realizzazione di quattro canzoni scritte dalle classi dell’Istituto Pesenti e dell’Istituto Mamoli.

https://www.laportabergamo.it/progetto-non-darci-la-tua-voce-ascoltaci/

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