La nostra storia in un piatto

La nostra storia in un piatto

Mille mondi a tavola
Margherita  Basanisi

Margherita Basanisi

01 giugno 2022

La nostra storia in un piatto

Per questo numero abbiamo scelto di focalizzarci sulla cucina ucraina. Si, perché oltra agli orrori della guerra, ci sono tante cose belle da scoprire e da raccontare. Abbiamo conosciuto Tetiana, una ragazza di 25 anni che da poco si trova in Italia, e le abbiamo fatto una semplice domanda: cosa significa per lei cucinare.

di / Margherita Basanisi

"Ho imparato a cucinare quando ero una bambina. Ricordo che la domenica mi svegliavo presto e con mia mamma ci mettevamo sul grande tavolo in legno, dove preparavamo prima tutti gli ingredienti e poi iniziavamo a lavorarli. Lei aveva imparato a cucinare con mia nonna e lei, a sua volta, da sua madre, una storia lunga tutta la nostra generazione!! Il mio piatto preferito si chiama Borsch ed è una minestra a base di carne e barbabietole... Mi basta assaggiarne anche un solo cucchiaio per far si che mi ritorni in mente il ricordo di quando io e mia madre cucinavamo insieme. Per un attimo, mi sembra di tornare bambina”.

Il forte legame che si crea con la propria famiglia e con la propria terra d’origine passa anche attraverso tutte quelle ricette che conosciamo e che portiamo con noi. Queste, non solo ci permettono di ricordare sapori e momenti passati, ma soprattutto fanno sì che possiamo raccontarci in un linguaggio diverso da quello verbale.

A volte bisogna essere coraggiosi: assaporare nuovi piatti, provare spezie e ricette che non si conoscono, non è da tutti. Si tratta di un piccolo atto di fiducia verso il prossimo: mangiare un piatto a noi sconosciuto ci permette di incontrare l’altro, le sue origini, la sua storia. E allo stesso tempo, siamo noi stessi che per primi cuciniamo che diamo all’altro la possibilità di conoscerci, di scoprirci.
Quante terre sono famose per la loro cucina, prima tra tutte l’Italia. Eppure, sono proprio quei piatti tipici, ma cucinati con ricette e ingredienti segreti, che ci fanno sognare di mangiarli nuovamente. È il tocco, l’esperienza, il segreto di qualcuno diverso da noi che ci permette di stupirci e lasciarci travolgere da nuovi sapori.

La cucina è tradizione, impegno, passione. Ma la cucina, in questo modo, diventa anche opportunità. Ce lo racconta Silvia, mentre ci accoglie nella sua casa che da qualche settimana ospita due nuovi membri.

“Ohla è arrivata qui con Yevhen, il suo nipotino di 2 anni. I primi giorni li hanno passati insieme, stretti nella loro camera, spaventati quasi da tutto. Un giorno però mi hanno raggiunta in cucina, hanno visto che armeggiavo con pentole e fornelli e, proprio in quel momento, ho visto gli occhi di Ohla illuminarsi. Le ho fatto spazio e subito si è cimentata, al mio fianco, nella preparazione del pranzo. Dopo diversi giorni sono tornata a casa e, aprendo la porta, sono stata travolta da un profumo buonissimo, che mai avevo sentito. In quel momento ho capito che la cucina ci avrebbe permesso di dialogare a fondo”.

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