Cervello in fuga con a cuore i neonati

Cervello in fuga con a cuore i neonati

Mille mondi al lavoro
Redazione Babel

Redazione Babel

01 febbraio 2020

Cervello in fuga con a cuore i neonati

Se da Bergamo fosse all’estero, lo etichetteremmo come “cervello in fuga”. Pediatra, specializzato in cardiologia pediatrica, parla quattro lingue, studi d’eccellenza nel proprio Paese e all’estero, un curriculum di tutto rispetto.

Eppure ha dovuto attendere quasi vent’anni prima di essere considerato, a tutti gli effetti, un nostro concittadino.

Lui è il dottor Youcef Sadou, medico 59enne che potete trovare in patologia neonatale, alla torre 1 dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. D’origine algerina e con gli occhi azzurri, è dal 1997 in Italia, approdato in terra orobica per segui- re il master di II livello alla prestigio- sa International Heart School del compianto prof. Lucio Parenzan.

Quando arrivò a Bergamo aveva un’idea precisa in testa: studiare, fare esperienza e tornare in Algeria da medico specializzato. Ma in quegli anni il suo Paese viveva gli anni peggiori del terrorismo e qui da noi trovò la fiducia dell’allora primario di patologia neonatale. Cominciò a lavorare come borsista, ma per motivi burocratici i suoi studi in Algeria non venivano riconosciuti in Italia. Così il dott. Sadou si è rimesso sui libri, ha ridato gli esami universitari e pure quello di Stato per essere riconosciuto come medico. Dopodiché ha dovuto esercitare la libera professione perché – in quanto cittadino straniero – non poteva avere accesso ai concorsi pubblici.

«Dal 2015 sono cittadino italiano anche per la legge, ma io mi sento italiano da ben prima. Parlo anche un po’ di dialetto ormai – racconta il medico –. Ho un figlio di 12 anni totalmente bergamasco e che ha la fortuna di parlare cinque lingue straniere: il francese che gli viene trasmesso in famiglia, l’inglese e lo spagnolo che studia a scuola, e per- fino un po’ di arabo e berbero che apprende quando andiamo a fare le vacanze dai parenti in Algeria. Anche mia moglie è medico, ha lavorato nel deserto, ma avrebbe dovuto rifare tutti gli esami e così fa la casalinga». Il dott. Sadou ha un animo sereno e bel carattere semplice e che ispira fiducia. Se si guarda indietro, non ha nulla da recriminare. Anzi un po’ rimpiange gli anni passati:«Oggi stiamo diventando troppo tecnici. Molti pretendono dai medici subito il risultato. Dopo poche ore vogliono che tutto si sia risolto e cala la fiducia verso la nostra categoria». Però sono anche molte le soddisfazioni: «Mi capita, e non di rado, di essere fermato al supermercato, in strada o in altri contesti da persone che mi dicono che ho curato loro figlio e me lo presentano. Vedere che sono diventati ragazzi o adulti sani mi emoziona sempre».

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